venerdì 17 gennaio 2014

Capitan Harlock

5 buoni motivi per considerare Capitan Harlock un'equazione risolta in modo un po' approssimativo e prescindendo spesso dalle incognite di partenza (il Capitano, le battaglie spaziali, la trama, la tecnica grafica di realizzazione, etc):


1) perché, innanzitutto, Capitan Harlock non è un film su Capitan Harlock (!) che per la maggior parte del tempo se ne resta silenzioso in disparte sullo sfondo. Per aumentarne l'alone di inafferrabilità, di fascino e di mistero, certo, ma lo stesso si tratta di una scelta che lascia inappagati gli amanti del celebre pirata spaziale. 

2) perché va bene che stiamo parlando di fantascienza (nodi temporali, civiltà aliene, materia oscura...) ma nell'evolversi degli eventi non si possono dare per scontati dei passaggi chiave con la scusa che tanto è "solo" fantascienza! anzi, proprio perché di fantascienza si tratta, è lecito aspettarsi sempre spiegazioni logiche, ponderate e razionali. Se ad esempio Mime (della quale non si approfondisce minimamente il background e quindi non si sa quanto e perché sia devota al Capitano) prende la decisione di sacrificarsi, come fa poco dopo a tornare per riprendere il suo posto davanti al motore dell'Arcadia?! Se si accetta che le cose succedono e basta, il rischio è quello di entrare nel mondo della "magia" che nella fantascienza, si sa, non è mai un espediente narrativo accettabile!

3) perché va bene il messaggio ecologista, ambientalista, umanitario e chi più ne ha più ne metta, ma Capitan Harlock in fondo era la storia (complessa e raffinata) di un pirata tanto idealista quanto romantico... Mentre in Capitan Harlock appare più che altro come un soldato ribelle disposto addirittura a sacrificare la terra e l'umanità pur di difendere i suoi ideali. Insomma, si possono mettere in conto alcuni cambiamenti rispetto alla storia originaria dato che si tratta pur sempre di una rivisitazione del capolavoro di Matsumoto, ma che diventi più simile a un qualsiasi episodio di Star Wars è dura da digerire.
      
4) perché la storia del rapporto di odio e amore tra Yama ed Ezra, i due fratelli che sono i veri protagonisti di questo film, è troppo debole e alla fine si perde il conto di quante volte entrambi passino da una parte all'altra senza approfondire psicologicamente le loro scelte in modo che le stesse risultino credibili e inattaccabili.  

5) perché, nonostante quanto sopra, ammirare l'Arcadia che - battendo epicamente bandiera pirata - sfreccia nello spazio, nera, imponente e fiera, ci fa ricordare perché sono trent'anni che amiamo incondizionatamente Capitan Harlock, con il suo lungo mantello, la cicatrice e la benda sull'occhio: "nel suo occhio c'è l'azzurro // nel suo braccio acciaio c'è // nero è il suo mantello mentre il cuore bianco è" 
  



Voto: un pallino (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il pallino rappresenta quei film da cui ci si aspettava tanto ma in un certo qual modo ci hanno delusi)