mercoledì 5 febbraio 2014

The wolf of Wall Street

5 buoni motivi per considerare Scorsese e DiCaprio la più grande coppia del cinema di oggi:





1) perché DiCaprio, con un'interpretazione a dir poco regale, regge da solo il peso di una storia cupa, grottesca ed eccessiva in ogni sua sfumatura (non solo per le tre ore del film), che volutamente Scorsese gli cuce addosso senza dargli modo di rilassarsi nemmeno per un secondo. E lo fa ben sapendo che è l'unico attore della sua generazione che non ne sarebbe uscito ridimensionato. Anzi.

2) perché il broker Jordan Belford è un personaggio che sta agli antipodi rispetto ai tanti altri leggendari raccontati nel corso degli anni da Scorsese (da Jack La Motta in Toro Scatenato a Travis Bickle in Taxi Driver, da Henry Hill in Quei bravi ragazzi a Sam "Asso" Rothstein in Casinò), senza nessuna traccia di moralità né di nobiltà, che però alla fine ha il merito di lanciare un messaggio forte e chiaro - seppur involontario - contro quel mondo fumoso, per certi versi inebriante, che è la finanza e Wall Street in particolare. Per farlo Scorsese non sceglie la strada moralizzatrice come già fatto da Oliver Stone in Wall Street appunto, bensì quella più rischiosa di "vomitare" un film sfrenato e lontano dal suo cinema abituale (se vogliamo l'opposto del precedente Hugo Cabret), con la convinzione che per combattere certe battaglie ci vogliono le armi giuste.        

3) perché Scorsese e DiCaprio amano giocare a rincorrersi in un luna park barocco dove tutto è lecito e non esistono eccessi di colori, di suoni, di azioni, di pensieri, di sentimenti. E quindi se Scorsese si diverte a cambiare vorticosamente ritmo, toni e scelte stilistiche, gli risponde DiCaprio passando con nonchalance dall'essere sodomizzato con una candela accesa a una scena epica in cui, strafatto, striscia per strada come un verme. Verrebbe da dire come IL verme che è. 

4) perché se quello di Scorsese è un cinema fatto da sempre di sogni, questa volta a DiCaprio fa vivere un incubo ipercinetico, popolato da nani, scimmie e prostitute, imperniato sul sesso e sulla droga, dove la velocità con cui si ascende al paradiso (economico) è direttamente proporzionale alla violenza della caduta (morale).

5) perché The wolf of Wall Street è il loro quinto film dopo Gangs of New York, The Aviator, The Departed e Shutter Island (in questo senso De Niro è ancora lontano...) e ha ricevuto 5 nominations all'Oscar tra cui quelle di miglior film e miglior attore protagonista (che questa volta sarebbe davvero delittuoso non dare a DiCaprio).








Voto: 3 stelline (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)