venerdì 14 marzo 2014

Snowpiercer

5 buoni motivi per non considerare esagerati i paragoni altisonanti (e all'apparenza quasi blasfemi) che sono stati fatti tra Snowpiercer e alcune pietre miliari della fantascienza, da Blade Runner Matrix passando per Brazil e V for Vendetta:


1) perché Snowpiercer scorre inarrestabile per due ore proprio come il gigantesco treno rompighiaccio in perenne movimento (lo Snowpiercer appunto) sul quale, dopo che una glaciazione ha provocato l'estinzione del genere umano, sono confinati da 17 anni gli unici superstiti. Lo spettatore viaggia tra una carrozza e l'altra, attraverso micro-mondi blindati e diversissimi tra loro seppur confinanti, dalla terza classe alla prima, immerso in uno scenario glaciale di una potenza visiva devastante, fatto di immense distese bianche e città deserte interamente ricoperte di neve. Di sfondi post-apocalittici del genere se ne sono visti tanti, per dirne uno quello de L'esercito delle 12 scimmie, ma pochi sono risultati tanto evocativi e pittorici. 

2) perché lo Snowpiercer è metafora di una società distopica dove i poveri e i derelitti sono confinati negli ultimi vagoni del treno, schiavizzati e trattati come bestie, mentre i ricchi soggiornano impietosi nelle prime carrozze pensando solo al loro lussurioso e futile divertimento. Ma in ogni società la rivoluzione è sempre dietro l'angolo e allora ecco arrivare la ribellione degli oppressi guidati dal leader Curtis (Chris Evans): un rivoluzionario, proprio come era stato V in V for Vendetta, che vuole conquistare la testa del convoglio, la "Sacra Locomotiva", e spodestare il fantomatico Wilford (Ed Harris), colui che prima ha creato il treno, poi lo ha diviso in classi sociali immutabili, per divenirne infine guardiano e controllore. 


3) perché i personaggi sono stati costruiti, vestiti e truccati con estrema sapienza e con uno stile fumettistico (non dimentichiamoci che Snowpiercer è tratto dalla serie a fumetti francese La Transperceneige) che rimanda in modo volutamente sfacciato a Brazil, il grottesco capolavoro fantascientifico di Terry Gilliam. Su tutti una occhialuta e irriconoscibile Tilda Swinton, nel ruolo della sadica e crudele Ministra, in un'interpretazione destinata a diventare cult.

4) perché l'atmosfera claustrofobica che si respira all'interno dei vagoni (tutti ipertecnologici benché gli ultimi siano cupi e degradati mentre, procedendo verso la testa del treno, gli scompartimenti diventino sempre più sgargianti e pacchiani), non impedisce ai protagonisti una serie di combattimenti tipicamente di genere: violenti e adrenalinici, quasi in stile videogame, ma a tratti anche poetici. Un po' come quelli ormai leggendari di Neo in Matrix

5) perché Snowpiercer è un vero gioiello, a metà tra poesia e violenza, tra film d'autore e blockbuster, che grazie alla mano sapiente del coreano Joon-Ho Bong  (autore tra gli altri di Old Boy) ci spinge a una riflessione a più livelli sulla natura dell'uomo di cui mostra il lato più oscuro. E lo fa lasciandoci letteralmente sospesi tra lo smarrimento totale e una fievole speranza, come già fece Ridley Scott (e Philip K. Dick prima di lui) con Blade Runner


Voto: 3 stelline e mezzo (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)