lunedì 25 gennaio 2016

Revenant - Redivivo

5 buoni motivi per cui la nuova fatica di Alejandro González Iñárritu è il film più potente degli ultimi anni:


1) Perché la natura non è mai stata tanto terrificante in tutta la sua sconfinatezza e la cinepresa di Iñárritu riesce a renderla in modo incredibilmente evocativo grazie agli infiniti virtuosismi cui il regista messicano ci ha da sempre abituati: alberi che tendono fieri verso il cielo, la neve che cadendo fa da collegamento con la terra, fiumi ghiacciati che generano la rinascita, il fuoco come unico elemento in grado di scaldare mani, cuori e anime... ma soprattutto spazi sconfinati (e meravigliosi) in cui è impossibile non perdere se stessi e il senso intero dell'esistenza;
2) Perché c'è una vendetta, tema solenne di ogni western che si rispetti (per quanto poi Revenant non lo sia davvero, almeno nel senso stretto del termine), da portare a compimento a ogni costo attraverso un percorso fatto di neve, fango e sangue. E Leonardo Di Caprio, per la cui interpretazione ogni incensamento è semplicemente superfluo, riesce a farlo in modo silenzioso ed essenziale da un lato, violento e a tratti animalesco dall'altro;

3) Perché il dolore che accompagna Hugh Glass, per quanto bestiale anche solo a viverlo da semplici spettatori, non è tanto quello fisico derivante dallo scontro iniziale con un grizzly che lo lascia in fin di vita e tutto ciò che ne deriva in seguito, quanto quello che lo lacera dal di dentro per aver perso la moglie prima e il figlio poi a causa della follia, dell'egoismo e della cattiveria degli uomini, senza distinzioni di sorta, siano essi indiani, francesi o americani;  

4) Perché questa storia ci insegna in modo estremamente lineare che ogni uomo, per quanto possa essere sempre in bilico tra bene e male, alla fine della vita si ritrova pur sempre a dover fare i conti con Dio: un Dio che per alcuni è rappresentato da un semplice "scoiattolo da divorare" mentre per altri è il ricordo straziante (che arriva sotto forma di sogno o di visione) di tutto quello che c'era e che non c'è più;

5) Perché Revenant è la gelida narrazione di un viaggio vero, realmente compiuto nel 1822 da Hugh Glass il quale percorse più di 300 chilometri tra indicibili difficoltà, tenuto in vita in questa folle odissea solo dall'ossessione di ritrovare quel soldato (nel film un magnifico Tom Hardy addirittura senza scalpo per l'occasioneche lo aveva tradito abbandonandolo morente in un fosso. Un viaggio impossibile anche solo a pensarlo, eroico nel suo divenire, epico nella conclusione.


Voto: 4 stelline (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)