venerdì 8 settembre 2017

Dunkirk

5 buoni motivi per cui Dunkirk è Cinema nella sua forma più pura e riuscita:



1) perché sin dalle primissime immagini, la Guerra viene mostrata nelle sue viscere e raccontata nella sua vera essenza in modo talmente realistico da diventare un qualcosa di vivo e palpabile: e la magia riuscita a Nolan è stata quella di trasformare la presenza pulsante del Nemico (che volutamente mai si vede dato che in realtà la paura stessa del nemico si annida nel cuore e nella testa di ogni soldato) in un gioioso inno alla vita. Così, scena dopo scena, Dunkirk passa dal mostrarsi solo un meraviglioso film di guerra in cui si racconta dell'operazione Dynamo che portò al salvataggio di oltre 300.000 soldati inglesi assediati dalle truppe naziste sulle spiagge di Dunkerque, a essere un vero e proprio atto di sopravvivenza dove ogni soldato, ogni uomo, è impegnato in una disperata corsa verso la salvezza, combattendo una battaglia personale contro la morte che si fa infine dell'umanità tutta;

2) perché così come era stato per Apocalypse Now di Coppola, per Full Metal Jacket  di Kubrick, per Salvate il soldato Ryan di Spielberg, per La sottile linea rossa di Malick, anche Nolan è riuscito a racchiudere Dunkirk in una ben precisa linea stilistica dentro cui far scorrere non solo le sue infinite e magistrali doti tecniche ma anche (o forse soprattutto) la sua etica di fondo: avendo girato praticamente un film muto, che si basa per lo più su ansie e paure da un lato, su sguardi e non detti dall'altro, ancora una volta Nolan vive e ci fa vivere all'interno di un sogno, o meglio di in un incubo, durato un'ora, un giorno o chissà una settimana, in cui tutti - eroi o codardi - non aspettano altro che svegliarsi al sicuro in un qualunque altro luogo, purché lontano da quella spiaggia infernale; 



3) perché la narrazione riesce a essere talmente angosciante che a un certo punto Dunkirk pare una bomba a orologeria pronta a esplodere da un momento all'altro: e in questo senso non è solo il fragore delle bombe e degli spari a devastare e terrorizzare, quanto l'ininterrotta e disturbante colonna sonora di Hans Zimmer che (non fermandosi mai come fosse il ticchettio di un insopportabile orologio) ci scandisce lo scorrere del tempo quasi a preparaci per l'arrivo di una rovina imminente. Di una caduta definitiva. Il ritmo, assordante, nervoso e incalzante, si fonde alla perfezione con le immagini dando vita a un ambiente ansiogeno e a una sensazione di puro panico che ci accompagna in ogni istante per lasciarci infine liberi solo quando la sconfitta diviene reale;


4) perché se tre è il numero perfetto, Dunkirk vive di tre tempi, di tre luoghi, di tre storie che si intrecciano in punti di vista diversi e al tempo stesso collegati tra loro all'interno di un unico e perfetto meccanismo narrativo dove ogni uomo è uguale agli altri, dove tutti possono vivere o morire non solo per le loro azioni ma anche per le conseguenze di quelle degli altri. Che si tratti di un soldato codardo o di un eroico aviatore (e qui l'interpretazione praticamente solo con gli occhi di Tom Hardy che, nascosto sotto la maschera da aviatore, non pronuncia nemmeno trenta parole in quasi due ore di film, è un qualcosa di a dir poco irripetibile), di persone comuni eroiche proprio nel loro esser comuni, di stoici ufficiali o di soldati senza nome, tutti hanno fatto le loro scelte con cui devono convivere per il (poco o tanto) tempo che gli sarà concesso, guardando oltre se stessi, oltre le bianche spiagge francesi, alla ricerca della salvezza dei loro corpi e delle loro anime; 

5) perché in quello che è il suo vero capolavoro, Nolan si ricorda che il cinema - a maggior ragione se il film in questione è girato quasi interamente in pellicola IMAX e in 70mm - può essere fatto di sole immagini e di sguardi che valgono più di mille discorsi o di (seppur geniali) sceneggiature che giocano per ore a rincorrersi tra loro: grazie anche alla splendida fotografia di Hoyte Van Hoytema, Dunkirk vive della contraddizione di essere un film talmente claustrofobico, benché ambientato quasi interamente sulle ampie spiagge di Dunkerque o addirittura in mare aperto, da lasciare senza fiato gli spettatori troppo impegnati a vivere questa intensa, epica e straordinaria avventura per ricordarsi di tirare fuori la testa dall'acqua e respirare.
  

Voto: 4 stelline (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)


www.dunkirkmovie.com