5 buoni
motivi per cui The Walk ci mostra come a volte la realtà possa
superare anche la più assurda delle fantasie:
2) perché
Petit è stato un uomo che ha davvero avuto il coraggio di trasformare la sua
vita in un inno - a dir poco iperbolico - al senso di libertà, rimanendo in
equilibrio sul filo sottilissimo che separa un sogno dall'utopia;
3) perché
è così ben costruito e girato da un generoso Robert Zemeckis, che a dare le
vertigini non è solo la vicenda raccontata, ma anche le ascensioni verticali e
le spericolate picchiate della sua macchina da presa sicuramente ispirata dalla
follia del funambolo francese;
4) perché la performance di Petit è talmente anarchica da
riuscire a superare non solo i divieti della legge ma anche i limiti fisici
della paura. Purtroppo però, vittima a tratti di un'ambizione quasi cieca (ad
esempio quando scappa dalla polizia andando avanti e indietro tra le due Torri),
corre il rischio di risultare al servizio esclusivo di una bellezza
praticamente fine a se stessa;
5) perché se già negli anni '70 la camminata tra le
nuvole di Petit era stata un (folle) omaggio alla città di New York, oggi il
film di Zemeckis si rivela per quello che vuole essere: una commovente dedica
alle Torri Gemelle e in generale ai newyorchesi che, purtroppo, mai più
potranno assistere a uno spettacolo del genere.
Voto: 2 stelline e mezzo (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)
Voto: 2 stelline e mezzo (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)
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