
2) perché la regia (di Gabriele Mainetti) e la sceneggiatura calibratissima (di Menotti e Nicola Guaglianone) non hanno nulla da invidiare alle mega-produzioni hollywoodiane e fanno di Lo chiamavano Jeeg Robot un meraviglioso cinefumettone girato in modo veloce e moderno, che eccelle per l'ironia e per alcune trovate istrioniche dei suoi protagonisti: tutto ciò mescolando diversi registri stilistici a seconda che si stiano raccontando i risvolti drammatici di una love-story, la periferia romana e la sua fauna, i problemi di tutti i giorni dei supereroi, o gli attacchi terroristici che incombono su Roma;
3) perché Claudio Santamaria (ingrassato di 20 kg per "dare peso" al personaggio) e Luca Marinelli (alias "Lo Zingaro") sono straordinari nel diventare un supereroe e un villain che, con tutte le differenze del caso, richiamano da vicino uno i tormenti e le angosce di Bruce Wayne e l'altro la megalomania e la follia distruttiva del Joker. Quello che però non fa di loro delle semplici macchiette, è l'aver saputo calare queste due figure nella cornice e nel contesto nostrano: hanno i superpoteri certo, ma li usano per svaligiare bancomat e furgoni portavalori (almeno all'inizio...) o per "fare il botto" allo Stadio Olimpico durante il derby e riconquistare così quella fama in passato solo assaporata grazie a Il Grande Fratello... anzi, a Buona Domenica;

4) perché se a New York gli Avengers si erano ritrovati a combattere contro giganteschi alieni per salvare la Terra, qui i cattivi sono i piccoli criminali di Tor Bella Monaca o "al massimo" la Camorra che deve gestire i problemi causati da improvvisati spacciatori: non per questo però la lotta tra il bene e il male che ne deriva (per forza di cose anche più realistica) assume risvolti meno profondi. E quindi il percorso di formazione che deve vivere Santamaria (Hiroshi Shiba) nella sua "origin story" per diventare un vero eroe (Jeeg Robot d'Acciaio), passa attraverso bidoni tossici, budini alla vaniglia e film porno, ma anche una storia d'amore delicata e assurda al tempo stesso, per arrivare a uno scontro finale drammatico come ce lo si aspetta in un vero film di supereroi;

Voto: 3 stelline e mezzo (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)
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