lunedì 28 gennaio 2013

Django Unchained

5 buoni motivi per considerarsi oltremodo soddisfatti da Django Unchained... anche se purtroppo non convinti fino in fondo:


1) perché dà vita a una gara entusiasmante tra i protagonisti per aggiudicarsi il premio di "miglior attore": Christoph Waltz è sublime; Jamie Foxx è solido e convincente; Samuel L. Jackson è tanto credibile quanto irritante; Leonardo DiCaprio è semplicemente epico! A mio modesto avviso, è proprio quest'ultimo infine ad aggiudicarsi la sfida.

2) perché Django Unchained, che è un omaggio evidente e dichiarato agli Spaghetti Western, è solo all'apparenza un vero e proprio film Western: Tarantino, infatti, attinge da quello che da sempre è il suo genere preferito, ma solo per farne una sorta di "contenitore" e creare in realtà una storia molto più ampia che passa velocemente dal tema della vendetta ad altri meno tarantiniani, quali razzismo, emancipazione e schiavitù. Solo che mentre nella prima parte (che è sporca e polverosa come giustamente deve essere un Western) Django non ha nemmeno una sbavatura e Tarantino è vicino ai suoi consueti livelli di genio, nella seconda finisce - ahi noi - per smarrirsi in se stesso finendo vittima della sua (troppa) voglia di divertirsi.

3) perché il gioco della caccia alle infinite citazioni (Corbucci, Leone, ecc) e autocitazioni (Kill Bill su tutti) appassiona sempre, ci mancherebbe, ma alla lunga non stupisce più e corre il rischio di diventare la caricatura di quel processo creativo che in vent'anni ha trasformato il regista de Le Iene e Pulp Fiction in Tarantino.  

4) perché se è vero che la sceneggiatura raggiunge dei picchi tarantiniani, uno su tutti il discorso degli incappucciati a cavallo prima di assaltare il carro del dottor Schultz, non sembra reggere le quasi tre ore del film e qualche volta si fa un po' indolente e svogliata. Intendiamoci, non si arriva mai neanche lontanamente a essere annoiati, anzi, ma a parere di chi scrive non ci si appassiona alla storia come, tanto per dirne uno, in Bastardi senza Gloria

5) perché da Tarantino ti aspetti di tutto nel bene (una colonna sonora che spazia dalle melodie di Morricone ed Elisa al rap di Tupac che duetta con James Brown) e nel male (la scena in cui la sorella di DiCaprio viene sbalzata via da un colpo di pistola in modo quasi fumettistico) e lo ami a prescindere proprio perché è Tarantino... però è davvero dura accettare l'immagine finale in cui Django gigioneggia in modo ridicolo riducendosi a parodia di se stesso! Di certo Tarantino si sarà divertito un mondo a girarla trattandosi - ovviamente - dell'ennesima citazione, ma io per niente a vederla dato che il troppo stroppia: est modus in rebus anche per Tarantino!                 



Voto: 3 stelline (ovviamente nella scala del Mereghetti dove il massimo è 4)




1 commento:

  1. Quoto! complimenti per i punti salienti... concordo su tutta la linea...

    Il film è pur sempre un perla, e soprattutto qualcosa di inatteso (un non-western del genere è la prima volta che lo vedo), però da un amante di quel genere quale è il buon Quentin mi sarei aspettato un film sì tarantiniano, ma soprattutto western, con i classici giochi di sguardi, tempi morti (che poi morti non sono, visto che aumentano il pathos) e, perché no, sfide con la pistola.
    Dialoghi e battute belle come solo tarantino sa fare!
    Nel complesso è piaciuto anche a me!

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